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La leadership che non ti aspetti

  • Immagine del redattore: Federico Attore
    Federico Attore
  • 22 lug 2024
  • Tempo di lettura: 4 min

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Quando si pensa ai grandi leader d’impresa italiani, due nomi spesso vengono alla mente: Silvio Berlusconi e Carlo De Benedetti. Entrambi hanno dominato la scena pubblica e mediatica, incarnando stili di leadership ben visibili e carismatici. Tuttavia, esiste un'altra tipologia di leadership, meno appariscente ma altrettanto influente. Michele Ferrero, fondatore del colosso dolciario Ferrero, ne è un esempio emblematico. A differenza di Berlusconi, che ha sfruttato la televisione per costruire la sua immagine di magnate e politico, e di De Benedetti, noto per le sue battaglie legali e le sue dichiarazioni pubbliche, Ferrero ha preferito operare lontano dai riflettori, costruendo un impero con discrezione e umiltà. Questo contrasto evidenzia come esistano diversi modi di essere leader: alcuni scelgono il palco, altri le retrovie.

Uno degli episodi più emblematici del suo stile di leadership mi è stato raccontato qualche anno fa da un ex dirigente della Ferrero, diventato poi consulente di un'Azienda di grissini con la quale collaboravo proprio ad Alba. Mi narrava di come Ferrero fosse solito presentarsi all'improvviso a casa dei suoi dirigenti la domenica mattina, suonando al citofono per discutere di lavoro. Questo comportamento, che potrebbe sembrare invadente, era in realtà espressione del suo impegno totale e della sua volontà di essere sempre presente.


La storia di Michele Ferrero è profondamente intrecciata con quella di Alba, la cittadina delle Langhe dove ha avuto origine il suo impero. Ancora oggi, il profumo delle nocciole tostate permea le strade della cittadina, testimoniando un legame indissolubile tra il leader e il suo territorio. Ferrero non era solo un imprenditore, ma anche un membro della comunità locale, con un profondo rispetto per la sua terra e la sua gente. Questo legame si rifletteva in un rapporto di fiducia reciproca: Ferrero si preoccupava del benessere dei suoi dipendenti e della comunità, mentre Alba ricambiava con lealtà e gratitudine. Durante la Resistenza, le Langhe furono teatro di lotte partigiane, e diversi leader locali contribuirono a riportare la libertà nel nostro paese. Questo spirito di resilienza e comunità ha permeato anche la filosofia di leadership di Ferrero, che ha sempre messo al centro le persone.

Oggi Alba ricorda Ferrero non solo nel cuore ma anche con la scultura monumentale “Alba” realizzata dall'artista albese Valerio Berruti.


Ferrero rappresenta uno dei pochi esempi di grandi aziende italiane ancora sotto la guida di una famiglia che ha saputo modernizzare, accelerare e conservare i suoi valori. La famiglia Ferrero ha resistito alla tentazione di entrare nel mondo del calcio, spesso segnato da scandali e valori discutibili, preferendo mantenere un'immagine pulita e orientata alla qualità. Questo rifiuto di compromettere i propri principi per ottenere visibilità mediatica è emblematico della filosofia aziendale di Ferrero: innovazione, rispetto e integrità.


Diciasette per gli scaramantici non è un bel numero, a meno che a usarlo sia proprio Michele Ferrero che di fortuna ne ha avuta anche tanta.

Più di 40 anni fa, Michele Ferrero scrisse le 17 regole per la corretta gestione dei collaboratori. Sebbene il termine "leadership" non fosse ancora di uso comune, le regole che hanno contribuito al successo della Ferrero rimangono attuali e rilevanti.


  1. Nei vostri contatti mettete i vostri collaboratori a loro agio:

  • Dedicate loro il tempo necessario e non le “briciole”

  • Preoccupatevi di ascoltare ciò che hanno da dirvi

  • Non date loro l’impressione che siate sulle spine

  • Non fateli mai sentire “piccoli”

  • La sedia più comoda del vostro ufficio sia destinata a loro


2. Prendete decisioni chiare e fatevi aiutare dai vostri collaboratori, essi crederanno nelle scelte a cui hanno concorso.


3. Rendete partecipi i collaboratori dei cambiamenti e discutetene prima della loro attuazione con gli interessati.


4. Comunicate gli apprezzamenti favorevoli ai lavoratori, quelli sfavorevoli comunicateli solo quando necessario; in quest’ultimo caso, non limitatevi a una critica, ma indicate ciò che dovrà essere fatto in futuro affinché serva come lezione.


5. I vostri interventi siano sempre tempestivi: “Troppo tardi” è pericoloso quanto “Troppo presto”.


6. Agite sulle cause più che sul comportamento.


7. Considerate i problemi nel loro aspetto generale e non perdetevi nei dettagli, lasciate ai dipendenti un certo margine di tolleranza.


8. Siate sempre umani.


9. Non chiedete cose impossibili.


10. Ammettete serenamente i vostri errori, vi aiuterà a non ripeterli.


11. Preoccupatevi di quello che pensano di voi i vostri collaboratori.


12. Non pretendete di essere tutto per i vostri collaboratori, in questo caso finireste per essere niente.


13. Diffidate di quelli che vi adulano, a lungo andare sono più controproducenti di quelli che vi contraddicono.


14. Date sempre quanto dovete e ricordate che spesso non è questione di quanto, ma di come e di quando.


15. Non prendete mai decisioni sotto l’influsso dell’ira, della premura, della delusione o della preoccupazione; rimandatele a quando il vostro giudizio potrà essere più sereno.


16. Ricordate che un buon capo può far sentire un gigante un uomo normale, ma un capo cattivo può trasformare un gigante in un nano.


17. Se non credete in questi principi, rinunciate ad essere capi.

 

La continuità della gestione familiare ha permesso all’azienda di crescere senza perdere di vista le sue radici, creando un modello di successo che unisce tradizione e modernità.

In conclusione, la leadership di Michele Ferrero è un esempio di come si possa guidare un'azienda con discrezione, passione e un profondo legame con il territorio e le persone. Un modello che continua a ispirare e a rappresentare un raro esempio di integrità e successo nel panorama industriale italiano.


 
 
 

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