Includere l’inglese: perché la lingua globale deve essere accessibile a tutti
- Federico Attore

- 1 gen
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Immaginate un mondo in cui la possibilità di comunicare a livello globale non sia un privilegio, ma un diritto universale. L’inglese, ormai lingua franca per eccellenza, è la chiave d’accesso a una miriade di opportunità: lavoro, studio, connessioni internazionali. Eppure, per milioni di persone, impararlo resta un sogno irrealizzabile. Non perché manchi il desiderio, ma perché i costi per apprenderlo – corsi, materiali didattici, college – lo rendono un lusso riservato a pochi. Questo è un problema che parla di disuguaglianza, esclusione e, in ultima analisi, di giustizia sociale.
Il Paradosso dell’Inclusione esclusiva
L’inglese è la lingua del commercio, della diplomazia, della tecnologia e della cultura globale. È, per certi versi, il "passaporto linguistico" per entrare nel mondo contemporaneo. Ma qui nasce il paradosso: mentre questa lingua è promossa come uno strumento universale di scambio, l’accesso alla sua conoscenza è tutt’altro che universale. Non tutti possono permettersi corsi di qualità, viaggi all’estero o programmi di immersione linguistica.
In molte nazioni, l’inglese è percepito come una barriera, piuttosto che un ponte. Le persone che non possono permettersi di studiarlo sono escluse da opportunità che potrebbero cambiare le loro vite: migliori prospettive di carriera, accesso a contenuti culturali globali, la possibilità di partecipare a una conversazione planetaria. È come vivere in un mondo in cui la chiave per entrare nelle stanze del potere e del sapere è visibile, ma fuori portata.
L’Inglese come diritto, non come lusso
Se l’inglese è diventato la lingua globale, allora il suo apprendimento dovrebbe essere un diritto, non un privilegio. Rendere accessibile l’inglese gratuitamente sarebbe un passo fondamentale verso una società più inclusiva. Esistono già programmi e piattaforme che offrono corsi online gratuiti, ma spesso sono limitati nella qualità o nel supporto. C’è bisogno di un impegno più ampio e strutturato.
Ecco alcune proposte per realizzare questa visione:
Corsi finanziati dai governi e dalle organizzazioni internazionali: governi potrebbero investire in programmi di apprendimento dell’inglese gratuiti, accessibili a tutti, sfruttando piattaforme digitali e risorse multimediali. Le organizzazioni internazionali, come l’ONU o l’UNESCO, potrebbero sostenere progetti globali per l’insegnamento dell’inglese nei Paesi in via di sviluppo.
Tecnologie avanzate per l’apprendimento: L’intelligenza artificiale può essere utilizzata per creare percorsi personalizzati che adattino i contenuti alle esigenze di ogni studente. Le app e i chatbot basati sull’AI potrebbero diventare strumenti fondamentali per abbattere le barriere economiche e geografiche.
Partenariati Pubblico-Privati: Aziende tech come Google, Microsoft o Duolingo potrebbero collaborare con governi e ONG per sviluppare piattaforme gratuite e di alta qualità per l’apprendimento dell’inglese. Le imprese avrebbero un ritorno in termini di reputazione e impatto sociale.
Integrazione nei Sistemi Educativi: Nei Paesi in cui l’inglese non è già una materia obbligatoria, dovrebbe diventarlo, con un focus sull’inclusione digitale. Ogni studente dovrebbe avere accesso a strumenti e risorse gratuite per apprendere la lingua.
Perché questo è cruciale ora
Viviamo in un’epoca di interconnessione senza precedenti. La pandemia ha dimostrato quanto il digitale e la comunicazione globale siano essenziali. Tuttavia, l’assenza di competenze linguistiche è una delle principali cause di esclusione digitale. Se vogliamo davvero costruire un mondo più equo, dobbiamo iniziare dall’accesso alla conoscenza, e l’inglese è il primo passo.
Un’idea rivoluzionaria ma possibile
Investire nell’apprendimento gratuito dell’inglese non è solo una questione etica, ma anche strategica. Una forza lavoro che parla inglese è più competitiva, più mobile e meglio preparata per affrontare le sfide globali. Non è un costo, ma un investimento con ritorni altissimi, sia in termini economici che sociali.
Immaginate un mondo in cui ogni persona possa accedere alla lingua che collega continenti e culture senza barriere economiche. Democratizzare l’accesso all’inglese significherebbe dare a ogni individuo la possibilità di partecipare, contribuire e crescere in un contesto globale. È ora di abbattere questo muro invisibile e rendere l’inglese ciò che dovrebbe essere: un ponte, e non un privilegio.
Chi vuole unirsi a questa missione?



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